Emersi legami tra l'organizzazione criminale e gli imprenditori locali in Emilia Romagna. Tra gli arrestati anche il padre del calciatore Iaquinta
Imponente lo schieramento dei carabinieri impiegati, anche con l'ausilio di elicotteri, in arresti e perquisizioni per questa operazione scattata nell'ambito dell'inchiesta, denominata "Aemilia", coordinata dalla procura distrettuale antimafia di Bologna.
Le persone arrestate sono ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione, usura, porto e detenzione illegali di armi, intestazione fittizia di beni, reimpiego di capitali di illecita provenienza, emissione di fatture per operazioni inesistenti e altro. Tutti reati commessi con l'aggravante di aver favorito l'attività dell'associazione mafiosa. In Emilia, sottolineano gli investigatori, la 'ndrangheta ha assunto una nuova veste, colloquiando con gli imprenditori locali.
Risate dopo il terremoto in Emilia - Come all'Aquila, dagli atti emergono i commenti divertiti di due indagati subito dopo il terremoto in Emilia. In un dialogo citato nell'ordinanza del gip, Gaetano Blasco dice a Antonio Valerio: "E' caduto un capannone a Mirandola". "Eh, allora lavoriamo là...", risponde Valerio ridendo. "Ah sì, cominciamo facciamo il giro...".
In manette consigliere comunale di Fi - Tra gli arrestati c'è anche il consigliere comunale di Reggio Emilia Giuseppe Pagliani (Forza Italia). I carabinieri lo hanno prelevato dalla sua abitazione di Arceto di Scandiano (Reggio Emilia).
